Analisi ligure giugno 2011

Dopo due mesi di bonaccia, per dirla alla marinaresca, sull'arco ligure s'è presentato un giugno tutto sommato soddisfacente, con una coda di primavera degna finalmente di menzione. Come detto, aprile e maggio sono terminati con un pesante deficit di precipitazioni e il rischio di problemi idrici in pressoché tutta la regione con l'estate in arrivo era molto alto ma per fortuna la prima metà di giugno ha regalato non pochi episodi piovosi, risanando in parte il bilancio idrico e facendo schizzare i polverosi pluviometri ben sopra la media già nella prima metà di giugno. 

Le prime poco ispirate precipitazioni hanno avuto origine negli ultimi due giorni di maggio ma proprio al principio di questo mese, s'è scatenata la primavera, quella fatta di precipitazioni miste a tempo bello, in alternanza continua. Nel giorno 1 del mese, da Genova a La Spezia, precipitazioni diffuse, nell'ordine dei 60 mm sulla costa nel Genovese e comunque mai inferiori ai 40 mm. Discorso diverso nel Ponente, dove le precipitazioni sono andate scemando dal Savonese fino a Ventimiglia, con non più di 20 mm nei pluviometri. Dopo qualche giorno di pausa, dove si sono avuti scrosci sparsi e isolati lungo tutta la regione, si arriva al giorno 5, dove nella notte e durante la giornata si verificano buone precipitazioni, questa volta più localizzate nella parte occidentale della regione, con accumuli sull'ordine dei 15-20 mm, con i riscontri maggiori verificati a Genova e con locali “puntate” oltre ai 50 mm. Oltre alla pioggia e al maltempo, s'è verificato un buon evento: violente mareggiate hanno colpito buona parte della Liguria, provocando danni e locali allagamenti. I venti sono stati infatti di fortissima intensità e in alcune zone della regione si sono verificate locali trombe marine di buona entità. La situazione non cambia nei giorni successivi; dopo un giorno 6 di parziale stasi, il 7 assume la tendenza idrica dei giorni precedenti: pioggia un po' ovunque ma principalmente nella zona centro-orientale della regione, con cumulate che qua e là hanno sfiorato i 30 mm. Briciole invece per il Ponente, con pochi mm. Si arriva così al giorno 8: si ha l'apocalisse nella zona tra il Tigullio e le Cinque Terre, con forti temporali, venti di notevole entità e cumulate nell'ordine dei 50 mm che però si riferiscono all'arco della giornata e non riflettono la violenza monsonica della perturbazione. Il resto della regione ha avuto precipitazioni di portata e intensità decisamente minori, che sono andate progressivamente scemando verso ovest. La prima decade di un giugno che proprio giugno non sembra si conclude ancora con temporali di buona intensità nella zona centro-orientale della nostra regione e con accumuli che solo nei primi dieci giorni hanno abbondantemente superato, in buona parte del territorio, la media mensile di giugno. Le temperature si sono mantenute su valori tutto sommato contenuti, vista l'intensa fase perturbata: nei pochi sprazzi soleggiati andavano ovviamente ad alzarsi ma in generale si può dire che di caldo non se ne è patito, in questo finale di primavera astronomica.

prima decade giugno 2011

Ed è proprio a livello sinottico che si può notare come il bacino del mediterraneo sia stato “vittima” di una profonda saccatura che si è estesa dall' Islanda fino alle nostre regioni.

Ciò ha favorito l'entrata di aria più fresca ed instabile dall' Atlantico, che grazie anche al forte richiamo barico ha permesso altresì un imponente richiamo di correnti molto umide di origine africana. Ciò ha permesso ai fenomeni convettivi di poter avere a disposizione molta più umidità ed energia per poter formare dei fenomeni di così forte intensità.

Ma mentre la prima parte del mese ha regalato forti emozioni, la seconda decade di giugno ha avuto modo di non annoiarci più di tanto, regalandoci degli episodi caraterizzati da una spiccata variabilità  in cui ci si è potuto osservare per la maggior parte di questi giorni un bellissimo sole, alternati a maccaja afosa e a pochi sprazzi di pioggia. L'alternanza pressoché continua sulla nostra regione è tale che rende difficile analizzare con precisione questo periodo: mentre poteva essere sole e vento nel Ponente, nel Levante poteva essere maccaja e aria stagnante al mattino, al pomeriggio la situazione poteva ribaltarsi completamente. Da segnalare le temperature, che rimangono sostanzialmente in linea con quelle del periodo, senza avere quindi giornate di stampo estivo con puntate sopra i 30°C.

2 decade di giugno 2011

La sinottica che ci può permettere appieno di poter comprendere i motivi di questa forte variabilità. Perchè da come si può notare dall' immagine, in tutta la zona sud europea non si è potuto osservare un periodo di forte alta o bassa pressione. Questo momento in cui ci si è trovati di fronte ad una stagnazione barica ha dato la possibilità di radicarsi di alte pressioni, che favorendo lo schiacciamento al suolo delle correnti ha dato luogo alle famose nebbie marittime (maccaja) che hanno favorito il formarsi di nuvolosità bassa e foschie ma anche ha dato la possibilità a deboli passaggi perturbati di poter attraversare senza alcun disturbo le nostre zone.

Nella terza decade la situazione migliora leggermente per quanto riguarda il sole, presente con più costanza rispetto ai primi venti giorni del mese ma, per contro, aumenta l'umidità. L'incubo afa torna così prepotentemente, col solstizio d'estate: va detto che le temperature rimangono relativamente lontane dai 30°C, senza mai lambirli ma l'oppressione e il boccheggiamento sono alle stelle. Il peggioramento previsto per il giorno 23 peggiora la situazione, regalando un giorno di maccaja di quelli che si suda solo a rimanere fermi. Si migliora il giorno 25, dove una maggiore ventilazione e una generale bella giornata regalano un po' di sollievo rispetto ai giorni precedenti. I giorni successivi presentano generale bel tempo su tutta la regione, per tornare a peggiorare nel giorno 29, con maccaja persistente a Levante e temporali che riguardano prevalentemente il Ponente e Genova. Il mese si conclude con una giornata serena nelle zone colpite dai temporali il giorno precedente mentre a Levante, ancora forte maccaja, a concludere in maniera tutto sommato indegna un mese di giugno partito coi fuochi d'artificio. 

3 decade giugno 2011

Ma è nella terza decade in cui è stata sicuramente l'alta pressione ad avere un netto predominio su tutto il resto e non potevamo non scegliere quella che è stata l' immagine simbolo di questo periodo, in cui una forte invadenza di matrice africana ha potuto avvolgere le nostre zone da una forte ondata di caldo e di umidità ma di certo, non è stato solo il termine del mese a caratterizzare tutto il mese, perchè comunque rispetto ai due deficitari mesi precedenti, si può comunque parlare di un mese soddisfacente, con un bel po' di pioggia caduta sia sulla costa che sui rilievi, alternati a momenti anche più estivi che ci hanno fatto ricordare che la bella stagione ha ormai avuto inizio.

Autori: 

Emanuele Gianello (cronaca) – Andrea Redigolo (sinottica)

Il gennaio molto particolare ligure

Cosa si può dire di gennaio? Nella nostra regione solitamente in costa si ha freddo molto moderato, che l' umidità spesso acuisce ma che raramente fa scendere il termometro sotto lo zero. Diverso il discorso nell'entroterra, dove la morfologia accidentata della nostra regione elimina, su vari livelli,quasi del tutto gli effetti del mare, raggiungendo a quote collinari temperature a tratti anche rigide rispetto alla costa in cui l' azione mitigatrice del mare fa sentire maggiormente i suoi effetti. Ciò che contraddistingue maggiormente gennaio è però il regime delle precipitazioni, facendo di questo mese uno dei più importanti per la piovosità annua, con apporti spesso nevosi nell'entroterra.
Questo è un gennaio “classico”,benché di classico nella nostra regione, climaticamente parlando,negli ultimi mesi ci sia stato ben poco. E questo gennaio non fa eccezione: se potessimo storpiare un famoso detto diventerebbe un anno nuovo, vita vecchia. Se non che…
L'anno inizia con una imponente alta pressione che ormai da qualche mese tende a stazionare nel bacino del mediterraneo, il ristagno delle masse d'aria nei bassi strati  dell' atmosfera ci regalano delle impietose giornate di maccaja, di quelle che ti tagliano le gambe da quanto sono noiose, con temperature simili su tutta la Riviera e di qualche grado più basse nell'entroterra. E successivamente le giornate si aprono in modo ancor peggiore con giornate più brutta, con pioviggine diffusa su tutta la regione e qualche sporadico fiocco nell'entroterra genovese e savonese. Sul capoluogo la situazione è più dinamica, visto l'ingresso della tramontana scura nel pomeriggio che fa precipitare le temperature verso valori più consoni al periodo. Si tratta però di un fuoco di paglia: nei giorni successivi la temperatura si alza decisamente,così come le nuvole, lasciando campo libero a giornate di stampo prettamente primaverili sempre grazie all' alta pressione che sembra ormai aver piantato le radici nelle nostre zone, è solo verso il 6 gennaio che grazie alla befana arriva in regalo un intenso favonio, che fa scendere l'umidità a livelli incredibilmente bassi per la nostra regione, con punte minime anche inferiori al 10% che ristabilisce temporaneamente la forte umidità registrata nei giorni precedenti. La decade comunque si conclude senza storia: le minime non sono nemmeno poi così distanti dalla norma ma le massime sulla costa fanno pensare d' essere a maggio, più che a gennaio, soprattutto nei giorni caratterizzati dalle correnti di favonio. Si difendono decisamente meglio alcune zone dell'entroterra, soprattutto sulle minime, che raggiungono valori intorno allo zero e talvolta decisamente sotto. 
inizio gennaio 2012
Fig: 1 L'alta pressione tende a spostarsi leggermente verso ovest aprendo un debole corridoio ad est del nostro paese che impattando nelle Alpi creerà l'importante favonio registrato negli ultimi giorni della prima decade. 
 
La seconda decade si apre nuovamente con una forte alta pressione che ci porterà ad osservare nuovamente dei giorni di forte maccaja sulla costa, con pioggia molto sottile, quasi come se fosse spray. 
inizio 10 gennaio
Fig 2: l'altra pressione con valore di 1035 hpa si impadronisce del comparto europeo.
Ma la situazione cambia leggermente verso metà decade e metà mese, dove si registra un brusco calo delle temperature: nulla di trascendentale ma uno spiraglio d'inverno sia pur soleggiato in una stagione che d'invernale ha avuto poco o nulla. Infatti da come si può notare dall' immagine sinottica, l'alta pressione che era ormai ben radicata da mesi tende  a cedere, a diminuire di valori di pressione e di geopotenziale. Ciò indica che sta per verificarsi un cambio di circolazione atmosferica, grazie anche soprattutto ad un piccolo break del vortice polare. Il 16 gennaio, in particolare, si registrano finalmente delle buone minime, sotto la media anche in costa: nel pomeriggio, s'attiva anche una bella tramontana chiara sul capoluogo ligure, che fa scendere di molto le temperature. Nell'entroterra la temperatura è diffusamente sottozero, col raggiungimento della doppia cifra negativa in più di una località. 
inizio 16 gennaio
Fig 3: L' alta pressione tende a dare segni di cedimento e a posizionarsi in pieno altantico. Il gelo nella zona eurasiatica potrebbe favorire il formarsi di un' alta pressione termica.
L' effetto invernale e raffreddante è però di breve durata, perchè una nuova colata di aria artica impatta sulle Alpi creando nuovamente condizioni di favonio, che anche se non troppo accentuato come riduzione di umidità favorisce in ogni caso un lieve aumento delle temperature grazie anche ad un maggiore irragiamento solare. Difatti sembra più iniziare la primavera: le prime giornate si susseguono senza storia, con temperature minime accettabili e massime da focaccia in riva al mare con la giacca appoggiata su una panchina. Nell'entroterra la situazione non è dissimile: decisamente più freddo alla notte ma con sole caldo durante la giornata, con escursioni termiche molto elevate.
inizio 20 gennaio
Fig 4: Il raffreddamento della zona eurasiatica e una maggiore ondulazione del getto sembra sempre più prendere piede da far capire che a fine mese qualcosa potrebbe cambiare.
 Però si respira un'atmosfera davvero diversa per il futuro, finalmente invernale: i modelli sembrano concordare con largo anticipo su una massa d'aria gelida proveniente dalla profonda Russia, in un cammino che terrà fino all'ultimo tutti col fiato sospeso. In attesa di conferme o smentite,l'inverno comunque torna: nulla di eccezionale, ma finalmente qualcosa che faccia pensare che il Generale Inverno sia vivo e che non molli.  È nel pomeriggio di venerdì 27 che cominciano, seppur debolmente, precipitazioni diffuse su buona parte della regione, finalmente nevose nell'entroterra grazie ad una prima goccia di aria artica che discende nel territorio francese, trovando l'apice dei fenomeni nella giornata di sabato 28.
inizio 28 gennaio
Fig 5: l' alta pressione eurasiatica tende a rafforzarsi e dei minimi di geopenziale tendono a formarsi nell' area centrale dell' Europa
Ed è in questo momento che l'inverno comincia a fare sul serio: neve abbondante sull'entroterra savonese e genovese, con conseguenti disagi su tutte le strade e autostrade appenniniche e pioggia, non troppo copiosa, sui litorali. E nonostante il poco travaso di aria dalla Pianura Padana e una tramontana non troppo vigorosa, anche su Genova scende la dama bianca: anche se poca, si vede fin sui litorali e in maniera più copiosa nelle zone collinari. La situazione non cambia di molto la domenica: nevicate nell'entroterra, con locali sconfinamenti fin sulla costa nel capoluogo mentre sul resto dei litorali piove più o meno intensamente. Ancora una volta Genova, nonostante il posizionamento geografico marittimo e nonostante il nocciolo freddo non troppo consistente in quota, riesce comunque a vedere la neve, sicuramente ben oltre le aspettative. Ovviamente, le temperature in questi giorni si sono abbassate notevolmente, mantenendosi intorno allo zero in collina e su valori tra i 5 e i 9°C sulla fascia costiera della Liguria in condizioni di assenza dei fenomeni. Lunedì 30 il cielo è per lo più sereno nella fascia costiera, ma le temperature cominciano ad abbassarsi, anche se nella prima mattinata cessano le precipitazioni nell'entroterra, ma si comprende che è solo una pausa in quanto i modelli hanno già inquadrato una seconda goccia fredda molto più consistente di quella dei giorni precedenti che molto probabilmente potrebbe innescare al formazione di un minimo barico sulla costa azzurra che potrebbe favorire decisamente le precipitazioni. Ma mentre la giornata passa febbrilmente nel mondo dei meteoappassionati, accecati dal desiderio della dama bianca su tutta la regione. 
Nella serata, nel Ponente, cominciano le prime e poco convinte precipitazioni. Ma è nella mattinata del 31 che la realtà dà conferma alle previsioni: nell'estremo Ponente comincia a cadere pioviggine mista a nevischio ad una quota di 150 mt, di cui sicuramente l'estremo ponente ligure è poco avezza, mentre sul capoluogo comincia a fioccare in maniera discretamente intensa a metà mattinata. E non finisce qua perché nevica a livello del mare non solo nel capoluogo ma anche in tutta la Riviera di Levante, un coast to coast nevoso che solo la settimana prima sarebbe stato quasi impossibile immaginare.
Ovviamente anche l'entroterra vede importanti quantitativi nevosi, con accumuli che in alcune zone sfiora il mezzo metro e in quote elevate, favorite da una temperature inferiori riesce a superare agevolmente il metro di altezza. Le precipitazioni continuano per tutto il pomeriggio e cominciano a scemare in serata e in nottata: le previsioni indicano che non è ancora finita ma il mese sì! E dopo questo gennaio svegliatosi casualmente nei giorni della merla, speriamo che febbraio ci sappia regalare ancora soddisfazioni.
inizio 31 gennaio
Fig 6: la seconda goccia gelida scende dalla francia e successivamente nel pomeriggio tenderà a posizionarsi al largo della costa azzurra e a formare un minimo barico.
Autori: 

Emanuele Gianello, Andrea Redigolo

2 Novembre, Genova a bagno

Una giornata di intensa passione meteo in Liguria

Più ci si avvicina all’inverno, passando per l’autunno, più la passione meteo prende corpo sempre più anche grazie ad eventi che stimolano curiosità e interesse. Così novembre 2009 inizia in Liguria all’insegna di un evento piovoso che colpisce in particolar modo il centro della regione, con Genova che la fa da padrona in termini di precipitazioni.
Qui una dettagliata cronaca, a cura del Dott. Massimo Bandini, che racconta la giornata meteorologica del 2 novembre 2009 in Liguria tra pioggia e disagi, ma anche emozioni.

Autori: 

Staff MeteoNetwork Liguria

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L' alluvione su Genova

Come accaduto per l'alluvione di un paio di settimane fa nel Levante, la violenza del peggioramento ha creato le condizioni per un allagamento lampo di proporzioni esagerate, non ai livelli del tragico ottobre 1970 ma comunque assolutamente disastrose, purtroppo con un esito anche mortale. 
Già l'immagine del satellite del 2 novembre lascia presagire che quanto sarebbe avvenuto nei giorni successivi non sarebbe stato molto facile per la zona ligure. 
Un importante fronte si estende dall'Islanda alla zona del Maghreb, raramente si possno vedere situazioni così tanto estese ed importanti.
satrit
La perturbazione ha inizio nella notte tra il 3 e il 4 novembre; le zone colpite dalla precedente alluvione vengono fortunatamente graziate a causa di un impianto barico favorevole, con un minimo posizionato nel comparto francese, in discesa poi nel Golfo del Leone; questo fatto, grazie anche ad un imponente muro di alta pressione, ci ha portato ad avere uno scirocco molto intenso.
vento suolo
Fortunatamente in caso di scirocco il levante ligure già colpito dalla scorsa perturbazione viene graziato dalle violente precipitazioni dei giorni successivi perchè se nel Golfo del Tigullio soffia un forte scirocco, non permette alla pioggia di scendere mentre invece al di là del monte il tempo si sa perfettamente che potrà avere potenzialità ben maggiori. 
E i modelli matematici sono stati sicuramente molto chiari a prevedere una situazione alquanto esplosiva nella zona del genovesato.
moloch prec genova
mappa smi genova
Ma nella cronaca di quel giorno, è già dal mattino che si può capire quanto la situazione possa divenire più delicata nelle ore successive, in quanto si segnalano allagamenti e frane locali a Camogli mentre fortunatamente il territorio tra Recco e Bogliasco riesce a smaltire le piogge senza grosse difficoltà. 
I disagi cominciano ad aver luogo dai quartieri orientali di Genova: in quel di Nervi si hanno allagamenti diffusi, così come a Quarto. Ma ciò è nulla in confronto a quanto avviene nelle zone immediatamente settentrionali del centro cittadino. Già in mattinata i pluviometri della zona centro-orientale di Genova raggiungono con terrificante scioltezza la tripla cifra in quanto a millimetri caduti. 
Problemi serissimi emergono intorno a mezzogiorno, con l'inizio dell'esondazione del Rio Fereggiano, torrente che scorre in mezzo al quartiere di Marassi: il letto cementificato e canalizzato non riesce a sopportare il terribile fardello di acqua. 
A metà giornata, in alcune zone della città, s'era già raggiunta la spaventosa cifra di 300 mm. 
La situazione è drammatica, si verificano allagamenti in ogni dove: davanti a Brignole, in Corso Sardegna, in fondo a Via XX Settembre bidoni della spazzatura corrono insieme alle macchine, in balia degli elementi. Dopo il Fereggiano,anche il Bisagno incute timore: l'altezza dell'acqua sale al livello dei numerosi ponti, inondandone addirittura alcuni e allagando completamente Borgo Incrociati. Si segnala anche una voragine apertasi in Via Donghi. 
via donghi
Fonte: genovatoday.it
Alle ore 14 Quezzi raggiunge l'immane quantità di 500 mm di pioggia caduti; nel resto della città, i pluviometri raggiungono livelli molto vari mentre da segnalare come nelle delegazioni occidentali, a parte qualche scroscio notevole, la situazione si manteneva tutto sommato tranquilla, mentre invece assume contorni drammatici  in Valle Scrivia, dove la pioggia,che alle 14 aveva raggiunto e superato i 200 mm, ha fatto ingrossare pericolosamente il torrente Scrivia mentre al largo della costa dei quartieri orientali, in testa alla linea autorigenerante della perturbazione si sono formati dei mesocicloni che hanno generato addirittura dei tornado. 
fereggiano bisagno
fonte: eco di bergamo
Questo è il punto in cui il rio Fereggiano si va ad incontrare nella sua foce con il fiume Bisagno. 
Si può notare come l' incrocio delle loro direzioni sia di ostacolo per un normale deflusso delle acque, ma per fortuna è nel primo pomeriggio il momento in cui le piogge vanno scemando, spostandosi verso i quartieri occidentali della città, dove è ancora vivo nelle menti di tutti il disastro dell'ottobre 2010, quando si verificò l'alluvione a Sestri Ponente. Per fortuna, pur gonfiando in maniera preoccupante il Polcevera e il Chiaravagna, le precipitazioni nella zona occidentale della città si mantengono moderate, con rain rate decisamente inferiori a quelli monsonici avuti in buona parte della città. Nell'entroterra lo Scrivia esonda a Casella, alimentando ulteriori preoccupazioni.
mappa pioggia
In tarda serata, un'altra coltellata: poco prima della mezzanotte, altri violenti scrosci che aumentano ancor di più gli esagerati accumuli della giornata: Quezzi terminala giornata del 4 novembre con 556,5 mm di accumulo, di cui 158,5 in un'ora. Nelle altre zone delle città, va sopra i 400 Marassi, in altri quartieri si svaria da 150 a 300 mm di pioggia. Nell'entroterra, si segnalano oltre 400 mm anche a Casella, mentre nel resto della regione, la situazione è del tutto tranquilla.
La tensione e la paura giocano brutti scherzi il giorno successivo, che si apre con pioggia moderata, a livelli infinitamente minori rispetto alla giornata precedente: si teme una nuova esondazione del Fereggiano, nonostante il livello sia sceso di diversi metri. Per fortuna, la rottura di un argine non ha creato problemi al decorso del fiume ma la reazione di paura e panico è comprensibile. 
La situazione rimane di stallo:continua a piovere su Genova, in maniera però moderata mentre l'intensità è maggiore nell'entroterra della parte centro-occidentale della regione e nella zona orientale del Golfo del Tigullio. La perturbazione si espande anche verso Ponente, dove è incorso peraltro una mareggiata: è da segnalare anche l'esondazione del Var nei pressi di Nizza.
Il sabato a Genova si conclude con qualche raggio di luna visibile tra le nuvole, dopo una giornata intera di pioggia moderata. La situazione si fa invece critica nell'entroterra: in Valle Scrivia si sale in tripla cifra per il secondo giorno consecutivo e si segnala il cedimento di una massicciata della SSP 226 della Valle Scrivia a Savignone, che taglia in due la parte alta della vallata. La perturbazione si concentra ormai nell'entroterra con caratteristiche di stau: si segnalano accumuli significativi, oltre alla già citata Valle Scrivia, nell'entroterra ingauno e imperiese. 
Nonostante un leggero miglioramento nelle giornate di domenica e lunedì, la svolta meteorologica è ancora lontana: nella notte tra lunedì 7 e martedì 8 novembre tornala paura. Un nuovo temporale rigenerante colpisce la città che tenta faticosamente di rialzarsi: i dati sono nuovamente terribili, si raggiungono quantità superiori ai 100 mm in molte zone della città,con nuovi rischi di esondazione da parte del Fereggiano ma per fortuna non ci sono ulteriori danni. La perturbazione scema quindi verso Ponente, senza causare però preoccupazioni.
Si può dire che la tempesta sia finalmente passata. Qualche dato: a Quezzi si sono registrati oltre 750 mm di pioggia tra venerdì e martedì, a Marassi circa 550 mm, ad Albaro 600 mm, a San Fruttuoso 500 mm, a Struppa 380 mm, a Quarto Alto oltre 400 mm. Una considerazione: è notevole la differenza di pioggia caduta da una zona all'altra della città, ennesima prova della stupefacente variabilità del clima della regione.
Purtroppo, c'è da fare un altro bilancio, molto più triste: sei vite sono state strappate via dalla furia dell'acqua, che ha invaso magazzini, negozi, garage e androni della zona di Marassi e di Quezzi. A loro e alle loro famiglie vanno le nostre più sincere condoglianze. 
A perturbazione conclusa, Genova sta tentando lentamente di rialzarsi, come già successo dopo la disastrosa alluvione dell'ottobre del 1970: gli Angeli del Fango sono già al lavoro dal fine settimana scorso e la popolazione genovese e non si sta rimboccando le maniche, per tornare alla normalità il prima possibile. 
Vorremmo concludere questa fredda analisi con una citazione, letta su internet in questi giorni.
NoiLiguri siamo gente strana: la nostra Terra ci ha insegnato che non ci si devono aspettare regali, che tutto deve essere guadagnato con il lavoro, i nostri nonni si sono guadagnati ogni singolo metro di terra da coltivare, strappandola da una parte al mare e dall' altra all'Appennino che ci si tuffa dentro, costruendo case su speroni di roccia trasportando pietra dopo pietra su dalle ripide creuze. Per questo siamo diffidenti e scontrosi, eppure leali con chi lo merita. 
Un Ligure piange dentro mentre si rimbocca le maniche ed inizia per l'ennesima volta a ricostruire quello che la natura gli ha tolto. Accettiamo gli aiuti con pudore, ringraziando con un mezzo sorriso ed un bicchiere di vino. Noi Liguri siamo fatalisti, guai a toglierci il diritto al mugugno, ma mentre mugugnamo spaliamo il fango dalle nostre case, e recuperiamo i nostri ricordi. Dai Liguria che ti rialzi anche questa volta. (cit. Paolo Solari)
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Emanuele Gianello (cronaca) – Andrea Redigolo (sinottica)

Peggioramento 19-20 gennaio

La sezione ligure di MeteoNetwork, ha il piacere di presentarvi una precisa analisi di quanto accaduto nel territorio ligure durante le giornate del 19/20 gennaio.
Preannunciato alcuni giorni prima, dai piu importanti previsori privati, il levante ligure, è stato interessato da una violenta ondata di maltempo, non tipica per il periodo invernale.
Diversi danni sono stati riportati, a causa anche della quota neve parecchio alta per il periodo, che ha provocato lo scioglimento della neve già presente in quota, creando notevoli disagi come frane,strade interrote, smottamenti e fiumi straripati, che hanno messo a dura prova gli abitanti.

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Staff MeteoNetwork Liguria

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Alluvione nel levante ligure

Attesa e prevista dai modelli con ampio anticipo, la perturbazione del 25 ottobre ha messo letteralmente in ginocchio il levante ligure, un territorio sicuramente abituato a piogge autunnali abbondanti  ma per il quale la violenza di questo peggioramento è stata assolutamente fuori portata.
Nella serata del 24, con le prime, timide precipitazioni, i livelli di accumulo si mantengono più o meno moderati su buona parte della regione, con picchi insolitamente alti anche nel Ponente ligure e nell'entroterra, addirittura più che nel Genovesato e nelle immediate vicinanze. Sicuramente, la tramontana scura ha influito notevolmente sui dati provenienti dal Genovese, mentre altrove, in assenza o calma di vento, si è registrato un notevole “buco” precipitativo: non a caso, una località come Sori, colpita molto moderatamente dalla perturbazione, ha raggiunto un accumulo di 20 mm di pioggia, mentre a Zoagli, a una ventina di km di distanza, ne sono caduti all'incirca 70. La differenza è evidente ma si parla di inezie, in confronto a quanto avvenuto a pochi chilometri di distanza.
I modelli avevano messo da tempo la Liguria in prima fila, perchè è risaputo cosa può potenzialmente accadere nella zona ligure e tirrenica ogni volta in cui vi siano i presupposti per un'entrata di correnti umide atlantiche nel bacino del Mediterraneo. E' inoltre spesso questo il periodo in cui le prime entrate piovose possono risultare molto importanti:come successo anche l'anno scorso con l'alluvione che ha colpito il genovesato (da Varazze a Sestri Ponente), spesso in passato si è dovuto far fronte a veri e propri fenomeni convettivi, che possono creare condizioni di pioggia molto intensa e duratura.
Fenomeni di questo tipo vengono definiti come “autorigeneranti”, ovvero sono quei fenomeni che, come recita la parola stessa, riescono a generare in modo continuativo condizioni alluvionali.
Prova ne è che il grosso della perturbazione si è scaricato nel triangolo compreso tra Levanto a ovest, Vernazza a est e Brugnato a nord: come possiamo osservare sulla carta dei venti qui di seguito, si nota come le correnti di tramontana discendenti dal comparto genovese vadano ad impattare con le correnti tese provenienti da sud.
mappa correnti
Ciò porta ad una situazione di convergenza delle correnti, che fa sì che un maggiore afflusso di correnti umide al suolo subisca una spinta che le porterà in quota, tale da portare all'ormai triste fenomeno dell'autorigenerazione dei fenomeni.
Dall' immagine del satellite si può notare come questa forte spinta dal suolo crei un importante cono di nuvolosità, segnale inequivocabile di quanto stava avvenendo nel territorio dello spezzino.
sat 2
E non solo il satellite dava una testimonianza diretta di quanto stava avvenendo in quella porzione di regione, ma anche il radar meteorologico dell' ARPAL, che evidenziava l'imponenza del quantitativo precipitativo e la persistenza di queste pesanti condizioni atmosferiche sempre sullo stesso lembo di territorio.
radar_acu
Un'immane quantità d'acqua ha colpito dal mattino le località comprese in quest'area, dando luogo a un'alluvione che rimarrà senza dubbio nella storia meteorologica della nostra regione. La violenza delle precipitazioni è facilmente intuibile dagli spaventosi accumuli avuti nell'arco di una giornata: in questa zona, i dati registrati dai pluviometri sono schizzati mediamente al di sopra dei 200 mm, con puntate locali ben oltre i 300 mm e gli estremi di Calice al Cornoviglio, con 460 mm e di Brugnato, dove sono caduti circa 540 mm (ovvero 540 lt  per metro quadrato) di pioggia. 
brugnato
La perturbazione ha cominciato a manifestarsi in maniera tutto sommato moderata nella notte;  a metà mattinata il volume delle precipitazioni è aumentato esponenzialmente, mantenendo un rain rate notevole fino a metà pomeriggio, quando la pioggia si è finalmente calmata. A questo punto è però subentrato un altro grave problema, dovuto alla conformazione morfologica della Val di Vara e del territorio delle Cinque Terre: il Vara e molti altri torrenti della zona sono tracimati in più punti, scaricando una quantità immensa di fango, terra e detriti verso valle, causando così allagamenti più o meno diffusi. 
La tragedia è dietro l'angolo: le operazioni di soccorso procedono a rilento, a causa di frane, smottamenti e allagamenti che interessano quasi tutte le strade provinciali; ci si arrangia come si può: a Vernazza e Monterosso, devastate dalla furia dell'acqua, si procede con l'evacuazione via mare mentre nei comuni dell'entroterra molte persone si sono rifugiate sui tetti delle abitazioni. 
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Emanuele Gianello (cronaca) – Andrea Redigolo (sinottica)

Analisi della nevicata del 6-7 gennaio

La neonata sezione ligure di MeteoNetwork già alla prova con un evento che ha colpito la regione tra il 6 e il 7 gennaio 2009: un’intensa nevicata, ampiamente prevista dai modelli e previsori, imbianca Genova e Savona. La Liguria si estende su un territorio complesso che, soprattutto durante queste occasioni, si dimostra artefice dei movimenti atmosferici che condizionano il tempo (correnti, precipitazioni, temperature…) e, contemporaneamente, ne subisce le conseguenze, ad esempio in termini di disagi nella circolazione.
Di seguito, un’analisi dettagliata di quanto sopra detto, sfruttando proprio come modello la nevicata del 6 e del 7 gennaio: elementi di sinottica e immagini che raccontano quanto accaduto e spunti per argomenti che saranno approfonditi in futuro per comprendere la meteorologia di un territorio così particolare.

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Staff MNW Liguria

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Analisi ligure maggio 2011

Comincio questo articolo scusandomi con i lettori per la totale assenza di spunti creativi e citazioni colte ma la calma meteorologica avuta in questo mese ha tolto al sottoscritto ogni ispirazione. Si può quindi parlare senza mezzi termini di un maggio deprimente, scialbo come se ne ricordano pochi, con precipitazioni pressoché nulle o comunque irrisorie, al punto che la situazione idrica della regione ha raggiunto livelli deficitari: il rischio di rimanere senz'acqua corrente in alcune zone della Liguria durante l'estate sarebbe stato davvero alto se non si fosse avuta una prima decade di giugno straordinariamente piovosa.
Passiamo ad analizzare ora la prima decade di maggio.Dopo un primo maggio sostanzialmente soleggiato, si sono avute condizioni simili in tutta la regione, con cieli spesso soleggiati e clima ventilato, salvo qualche sporadica precipitazione che ha colpito zone sparse della Liguria, in particolar modo sul Levante; stiamo però parlando di briciole e minimi contentini: la nostra regione ha un clima estremamente variabile e piovoso, soprattutto nelle stagioni di transizione ed è difficile poter parlare di precipitazioni nel verso senso del termine quando i millimetri di pioggia raccolti nei pluviometri si contano sulle dita di una mano. Le temperature minime si sono mantenute nelle medie del periodo mentre le massime, in giorni di sole, sono spesso schizzate verso l'alto, arrivando a toccare 25-26°C nelle zone più esposte, sia sulla costa che nell'entroterra.
Per la seconda decade sembrava prospettarsi qualcosa di diverso: nulla di eclatante ma delle precipitazioni che togliessero la polvere dal pluvio si aspettavano. E invece tanto rumore per nulla. Dopo un paio di giorni soleggiati e di generale bel tempo, arriva sì qualche goccia di pioggia, concentrata per lo più a Ponente ma è la maccaja tanto temuta e tanto detestata a farla da padrona sul resto della regione: diversa la situazione nell'entroterra, soprattutto quello genovese, dove si sono avuti dei buoni risultati, con anche 40 mm di pioggia in una sola giornata, il 15 maggio, raccolti nel pluviometro. Diversi scrosci si rilevano anche nella zona costiera del centro-Levante. La seconda metà della seconda decade vede un leggero aumentare della temperatura, con le minime che arrivano a toccare tranquillamente i 18-19°C e un'alternanza di giornate soleggiate e maccajose. Si segnala anche una curiosa formazione di due celle temporalesche gemelle nel giorno 19, andate però a perdersi nel nulla. Il tutto dovuto ad un piccolo minimo depressionario che si è venuto a formare proprio sopra la nostra regione. Ma questo minimo barico non è stato fiorirero di abbondanti precipitazioni, in quanto non è stato arricchito delle correnti umide atlantiche, ma bensì si è trattato di un minimo formatosi grazie ad una incurvatura dell' onda di rossby nel comparto europeo. Questa situazione pertanto non ha potuto farci trovare di fronte ad un fronte organizzato, ma ha comunque creato una situazione in cui delle masse d'aria molto instabili sono riuscite a superare la barriera alpina e a portarsi nelle nostre zone, riuscendo a favorire il formarsi di temporali, che un po' a macchia di leopardo hanno colpito la nostra regione.   
2 decade maggio
La terza decade si apre con un sontuoso anticipo d'estate, con temperature alzatesi ovunque al di sopra dei 25°C nei giorni 21 e 22, toccando e superando la soglia dei 30 da Ponente a Levante il giorno 23. Fino al 26, in generale sulla costa le temperature rimangono ben al di sopra della media mentre si registra qualche bel temporale nell'entroterra: nulla di clamoroso però un po' di varietà rispetto alla noia che si prova sulla costa ci vuole. Il 27 la giornata si apre con cielo maccajoso e con un caratteristico funnel ripreso al largo della costa genovese.
2 decade maggio

Foto: Andrea Calderini 
 Durante la giornata da Genova a Levante cade qualche goccia di pioggia ma con accumuli fortemente irrisori: da segnalare è stato il vento che ha colpito tutta la regione, con forti raffiche un po' dappertutto. Questa giornata è comunque positiva per il resto della decade: fa sempre caldo di giorno ma alla sera si torna a minime ben al di sotto dei 20°C, in linea con le medie del periodo. Le minime quindi allentano un po' la morsa del caldo nei giorni successivi ma è nell'aria un cambiamento: dopo il 30, favoloso, il 31 la circolazione cambia e l'aria comincia a profumare di acqua, quella che scende dal cielo, fresca e limpida. In alcune zone comincia a cadere già il 31 maggio, uno scroscio che preannuncia un buon periodo che potrebbe portarci fuori da questo periodo siccitoso. Ed è infatti dalla carta del 31 maggio che vogliamo focalizzare la nostra finestra sulla sinottica, perchè è evidente di come l'alta pressione delle azzorre si sia spostata decisamente molto più ad ovest liberando di fatto il bacino del Mediterraneo alle umide correnti atlantiche. E di fatto questa situazione sarà foriera di un periodo molto più perturbato… Ma di questo ve ne parleremo meglio nella nostra analisi di giugno.
2 decade maggio
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Staff MeteoNetwork Liguria

Analisi ligure Aprile 2011

Aprile dolce dormire, recita il popolare proverbio. E si può dire che ad aprile il tempo, a eccezione di un evento abbastanza zonale a metà mese, s'è fermato, lasciando con l'amaro in bocca buona parte dei meteo-appassionati liguri. Veniamo subito alla descrizione della prima decade mensile.
La prima parte di aprile è stata contraddistinta dallo scambio di belle giornate di stampo tardo-primaverile alternate a giornata di maccaja tremenda. Le temperature nei giorni soleggiati sono variate da 12-13°C di minima a puntate oltre i 20°C; le massime sono risultate leggermente elevate per la media del periodo ma c'è da dire che la vicinanza al mare ha di fatto mitigato questi valori, che oltre Appennino sono stati ben superiori, arrivando a superare diffusamente i 30°C. Nei giorni di maccaja, chiaramente, la temperatura ha mediamente registrato variazioni di un grado tra minima e massima, facendo di quelle giornate quanto di peggio possa aspettarsi un ligure. Nei primissimi giorni del mese s'è anche “rischiato” il fenomeno del caligo, ovvero la nebbia da avvezione che viene dal mare ma quest'ultima s'è avuta solo in zone collinari, lasciando i rivieraschi a bocca ancor più asciutta.
Questa situazione si è venuta a verificare, in quanto una profonda bassa pressione presente al largo delle coste del portogallo che ha iniziato a fornire un afflusso di aria caldo-torrida sulla nostra nazione e su gran parte del comparto europeo.
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Nei giorni successivi, l' alta pressione ha lentamente ceduto nella sua imponenza (grazie anche ad una riduzione della corrente a getto) e poco alla volta ha permesso un lento ritorno a quello che è il clima classico primaverile accompagnata da un ritorno a temperature nella norma.
Infatti nel periodo successivo, ovvero quello della seconda decade (11-20 aprile), si è iniziato ad intravedere qualche timido spiraglio perturbato, ed è la data del 14 aprile che si segnerà la svolta. Dopo tre giorni in tutto e per tutto simili alla prima parte del mese, il 14 ci si sveglia con cielo nuvoloso pressoché ovunque, da Ventimiglia a Sarzana; la sensazione è quella di acqua ma non si sa né come né quanta, perchè come tutti i fenomeni convettivi sono quasi sempre di difficile previsione (e quanto avvenuto ad ottobre ne è un esempio). Infatti le precipitazioni si fanno violente dalle parti di Albaro fino a Nervi, miste tra pioggia e grandine ma è in mare che si verifica lo show: trombe marine alte e consistenti si levavano una dietro l'altra sulla superficie marina, conferendo a un buon temporale il carattere di evento del mese: peccato che solo in pochi se lo siano potuti gustare a fondo; infatti, come si può notare dalle carte dei geopotenziali molto più bassi a quelli che avevano caratterizzato il periodo precedente sono riusciti a fare breccia nel comparto mediterraneo entrando dalla famosa “porta della bora”, che è sempre fioriera di questi legami sia di geopotenziale che di aria molto più fresca, infatti gli effetti benefici di questa perturbazione si rilevano anche dalle temperature, essendo le minime finalmente ridiscese sotto i 10°C nel Levante, con punte di 3-4°C di minima nell'entroterra. Il resto della decade si mantiene su tonalità soleggiate ma con temperature più adeguate alla norma del periodo, con minime intorno ai 10°C sulla costa e ben più basse nell'entroterra e con massime tutto sommato gradevoli, intorno ai 20°C. 
Questi sono gli scatti più belli inviati da alcuni utenti nel nowcasting ligure di quel giorno :
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(foto di Luca Russo)
e questa invece, era la situazione sulla scala sinottica:
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Passiamo quindi alla terza decade: dopo un inizio in linea con gli ultimi giorni della decade precedente, si giunge alla classica perturbazione pasquale, la quale, nonostante il plenilunio continui a far cambiare la data della festività, non sbaglia mai e centra sempre il bersaglio, in maniera più o meno diffusa. Il peggioramento giunge il Venerdì Santo ma i suoi effetti si fanno sentire il giorno successivo: piogge spray lungo tutta la regione, con accumuli irrisori ma quel tanto che basta per rovinare una giornata. Le piogge si protraggono fino alla mattina di Pasqua, dove vanno scemando fino a scomparire del tutto, salvo qualche sporadico episodio sparso nell'entroterra. Si migliora leggermente a Pasquetta e nei giorni successivi, ad eccezione del giorno 28, dove s'è avuta qualche sterile pioggerella nel centro-Levante. Le temperature di questo periodo hanno avuto un rialzo nel week-end pasquale, con qualche puntata oltre i 20°C di massima nei momenti di sole, che s'è alternato in maniera continuativa a cielo nuvoloso e pronto a scaricare mentre le minime si sono irrimediabilmente alzate, rimanendo a cifra singola solo nell'entroterra. 
Solo verso il termine del mese, la bassa pressione presente nella zona del nord Africa, ha creato una situazione in cui il gradiente barico ha facilitato un impattare delle correnti sulla barriera alpina, creando di fatto un gradevole effetto favonico che ha completamente dissolto la pesante umidità dei giorni precedenti 
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Staff MeteoNetwork Liguria

Analisi Ligure Febbraio 2011

Il mese di febbraio 2011 per la Liguria è stato caratterizzato, nel suo complesso, da una spiccata presenza alto pressoria e da incursioni perturbate per lo più di moderata intensità che hanno garantito quantitativi di precipitazioni nella media e per alcune zone anche superiori. 
Il mese si apre con una depressione mediterranea in via di esaurimento e la nostra regione che rimane fuori dalla zona perturbata, con correnti dai quadranti settentrionali a portare un miglioramento del tempo.  La prima decade di febbraio prosegue con una rimonta di alta pressione decisamente potente e ben strutturata con valori anche di 1030 hpa e geopotenziali molto alti. 
Questo si traduce in un tempo sostanzialmente stabile che si protrae per quasi tutta la prima decade di febbraio, caratterizzato per la nostra regione da temperature miti, da giornate soleggiate e qualche giornata di cielo coperto (dalla classica macaia) ma con totale assenza di precipitazioni. 
In questa situazione si sono registrate temperature miti e senza escursione termica sulla costa, mentre nell’entroterra e nelle valli appenniniche ha fatto la sua comparsa il fenomeno dell’inversione termica con minime al suolo anche sottozero per strati di freddo puramente “pellicolare” che stagnano nei fondovalle e nelle conche soggette al poco rimescolamento dell’aria. 
Un altro fattore caratterizzante della prima decade di febbraio sono le temperature in quota  fortemente sopramedia, con punte di 10-12 ° C fino sulle vette della Val d’Aveto a oltre 1500 metri d’altezza. 
Bisogna leggere questa situazione nel contesto più ampio della zona Mediterranea  che in questa prima decade è caratterizzata da una netta anomalia pressoria positiva con pressioni al suolo che nella nostra regione toccano i 1030 mb. 
In tali situazioni,  l’aria è soggetta a pochissimo rimescolamento e tende quindi a stagnare formando la ben nota (e temuta!) “cappa” di macaia e di sostanze inquinanti. 
Le temperature minime sulla nella fascia costiera non scendono quasi mai sotto i 5 gradi (nella prima decade), mentre le massime sono sempre superiori ai 10 gradi con punte di 15-16 C nelle giornate di sole. A tal proposito si vedano i quasi 16 gradi registrati a Savona dalla rete stazioni Meteonetwork nella giornata del 4 febbraio, con la maggior parte della stazioni meteo costiere allineate sui 15 C di massima.   
Anche la seconda decade del mese inizia con un clima mite, meteorologicamente poco dinamico e caratterizzato dall’assenza di piogge.
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Questa situazione di stabilità dura fino al 13 febbraio, quando pian piano la pressione comincia a calare e si affacciano nel Mediterraneo una serie di fronti provenienti dall’Atlantico che interessano la nostra regione nelle giornate del 14-15 e 16 febbraio. Questi fronti portano piogge moderatamente copiose che accumulano 60-70 mm in alcune zone del genovesato ed accumuli localmente anche maggiori. 
Questo peggioramento risulta piuttosto intenso per molte zone della Liguria: pur senza arrecare danni si ripetono nella gionata del 15 febbraio episodi di grandine su tutto il genovesato, con chicchi copiosi ma (per lo più) di modesta dimensione.  
Si tratta di due giorni caratterizzati da rovesci molto intensi ma di breve durata che iniziano in maniera repentina cosi come terminano improvvisamente per poi ricominciare. In altre parole rovesci di stampo tardo invernale-primaverili che più facilmente si verificano nei mesi di marzo e aprile.   
Per citare qualche dato, vengono registrati 88 mm di pioggia nella sola giornata del 15 febbraio presso la stazione della rete Meteonetwork di Campomorone, nell’immediato entroterra genovese.
In questo contesto le temperature si abbassano di qualche grado e grazie anche alle piogge tornano a stento nella media di febbraio.  Nelle zone più alte dell’Appennino Ligure si rivede finalmente la neve, che fa la sua comparsa a quote superiori ai 1000-1200 metri.
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La giornata del 16 febbraio vede un nuovo peggioramento, con altra pioggia per la costa e con la neve che scende fino a quota 800 metri nel’entroterra e localmente anche a quote inferiori. Un esempio ne è il sassello che si imbianca con qualche centimetro di neve. Il tutto favorito da un calo delle temperature in quota e dei geopotenziali.
I giorni seguenti, fino alla fine della seconda decade sono caratterizzati da instabilità residua, con qualche pioggia debole e temperature che ritornano sopramedia su tutta la regione. 
Dal bilancio complessivo della seconda decade di febbraio emerge un tempo perturbato con cumulate complessive della decade che toccano in certe zone della Liguria anche gli 80 – 90 mm. Cumulate di tutto rispetto soprattutto se considerate nel contesto del mese di febbraio, generalmente poco piovoso. 
Le temperature invece possono essere considerate nel complesso della decade ancora leggermente sopramedia rispetto al periodo.
La terza decade si apre con una bassa pressione sul Mar Ligure e delle piogge  moderate su tutta la Liguria, con la neve che fa di nuovo la sua comparsa sui rilievi liguri al di sopra dei 1100 metri.  Non è un peggioramento molto intenso e con l’esaurirsi della depressione prevalgono per la nostra regione correnti da nord e da est, con qualche residuo d’instabilità ma anche con sprazzi di sole.  
Questa ultima parte di febbraio verrà ricordata soprattutto per le correnti di tramontana, non eccessivamente fredde ma secche che perdurano per più giorni in un contesto in cui la Liguria rimane sul bordo occidentale di una rimonta alto pressoria in sede Iberica. 
Proprio gli ultimi giorni del mese vedono una nuova depressione di origine nord atlantica inserirsi nel mediterraneo, quindi un nuovo peggioramento del tempo ma questa volta con effetti veramente scarsi in termini di precipitazioni. Le temperature subiscono un  drastico calo cosi come la quota neve (per la verità solo pochi centimetri) che si attesta sui 500 metri anche sul versante costiero. 
Quest’ultima parte del mese è caratterizzata da forti venti dai quadranti settentrionali, con una raffica massima, registrata presso la stazione di Quarto Alto (rete Meteonetwork) di 101 km/h nella giornata del 28 febbraio.
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Autori: 

Massimo Bandini – Staff MNW Liguria

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